Marathon Digital, con sede a Las Vegas, ha ben pensato di targare “Made in USA” tutti i nuovi blocchi estratti attraverso il mining di Bitcoin.
Questa scelta riflette l’egemonia dei miner americani nella guerra mondiale alla produzione dei blocchi. Tra le altre cose Marathon sta rafforzando anche la propria situazione finanziaria crittografica aggiungendo 250 milioni di dollari in BTC come riserva.
Marathon Digital e la decisione di targare “Made in USA” i blocchi dal mining di Bitcoin
Marathon Digital, società di mining con sede negli Stati Uniti, ha annunciato che aggiungerà l’etichetta “Made In USA” a tutti i nuovi blocchi Bitcoin estratti.
In un blog post su X, il minatore ha reso pubblica questa decisione che vede aggiungere un riferimento patriottico ad un bene di carattere agnostico.
Fred Thiel, CEO di Marathon, ha sottolineato come l’impegno della società nel marchiare i blocchi Bitcoin con il timbro di produzione USA rispecchia la forte presenza dell’azienda nel settore crittografico.
Lo stesso ha aggiunto poi:
“siamo l’unico minatore su larga scala che può farlo perché gestiamo il nostro pool e assicuriamo che tutti i blocchi estratti da MARA Pool siano realizzati negli Stati Uniti”
Questa imposizione, che darà seguito sicuramente a vari dibattiti tra i sostenitori del network, segue l’ultima promozione elettorale di Donald Trump.
Il candidato repubblicano infatti, in un post della piattaforma “Truth Social” aveva espresso il desiderio che tutti i Bitcoin rimanenti siano effettivamente “Made in USA”.
In vista delle elezioni presidenziali di novembre 2024 l’imprenditore miliardario si è caricato sulle spalle il settore crypto, appoggiandolo di fronte all’opposizione dei democratici.
Più volte negli ultimi mesi Trump ha espresso il proprio supporto per Bitcoin e per le società di mining statunitensi, promettendo un periodo di” fioritura” se dovesse essere eletto.
Da come dice gli USA diventeranno la patria delle criptovalute, nonché superpotenza mondiale nella produzione di potenza di calcolo.
L’egemonia degli USA nel mining di Bitcoin e la competizione con la Cina
Come accennato, la mossa di etichettare “Made in USA” i nuovi blocchi prodotti dalla società di mining Marathon Digital, evidenzia la forza del Paese in questo contesto.
Secondo quanto riportato infatti dai dati di Mempool.Space, la più grande pool di mining della storia, Foundry USA, è statunitense.
Nell’ultimo mese questa pool ha prodotto ben 1368 blocchi, ovvero il 29,6% del totale dei blocchi prodotti, grazie alla sua enorme quantità di hashrate.
Anche ampliando gli orizzonti temporali, Foundry USA rimane leader indiscussa del settore con una percentuale quasi sempre vicina al 30% del totale.
A seguire Marathon Digitale con la sua pool MARA si presenta come secondo maggiore miner degli Stati Uniti, con 197 blocchi minati (4,26%).
A chiudere il podio troviamo Spider Pool, con sede in Virginia (sebbene con influenza cinese), con 185 blocchi (4%) nell’ultimo mese.
Altri miner USA da citare sono Luxor, Riot Platforms e Cleanspark.
A competere direttamente con gli USA nella guerra all’accaparramento di Bitcon c’è la Cina.
Infatti 3 delle 4 più grandi mining pool al mondo, AntPool, ViaBTC e F2Pool sono di proprietà cinese ed operano nel Paese orientale.
Queste raggiungono insieme circa il 48% della quota totale di blocchi estratti nell’ultimo mese, con numeri simili anche nei dati storici.
Il vantaggio delle società di mining cinesi è sicuramente il basso costo dell’energia elettrica e della manodopera, mentre in USA i costi sono leggermente maggiori.
Ricordiamo in tutto ciò che oltre alle mining pool dove i piccoli miner si appoggiano, esistono anche singoli individui che vanno alla ricerca di nuovi blocchi in solitaria.
Di questi non abbiamo parecchi dati, ma secondo i riferimenti di estrazione storici, i miner sconosciuti dal 2009 ad oggi hanno estratto 220170 blocchi, pari al 25.7% del totale.
Nuovi acquisti nel settore mining: Marathon pianifica di aggiungere 250 milioni di dollari alle sue tesorerie
Il patriottismo della società di mining con sede in USA Marathon Digital e la scelta di etichettare i blocchi Bitcoin, seguono grandi investimenti da parte dell’azienda.
Il 25 luglio, la compagnia ha rivelato di aver acquistato ben 100 milioni di dollari in BTC come attività di riserva per la propria tesoreria. Parallelamente il miner ha promesso che le monete aggiunte non saranno vendute e verranno invece “holdate” come nel gergo crittografico.
A questo si aggiunge la recente scelta di non liquidare alcuna moneta estratta nel mese di giugno, evidenziando un atteggiamento bullish verso il medio periodo.
A tal proposito, Salman Khan, Chief Financial Officer di Marathon, ha dichiarato quanto segue in una recente intervista:
“Se fossimo una compagnia petrolifera e producessimo petrolio, venderemmo tutto il petrolio che produciamo perché sarebbe la nostra fonte primaria di entrate e flussi di cassa”, aggiunge Khan. “In questo settore è un po’ diverso. Bitcoin è un bene digitale che può rimanere in bilancio e non richiede alcun costo di stoccaggio. Non servono grandi barili per conservare Bitcoin”.
L’ultima mossa dell’esperto di mining Marathon Digital riguarda invece un piano per l’acquisizione di altri 250 milioni di dollari in Bitcoin.
Parliamo di un’offerta privata in obbligazioni senior convertibili che verrà proposta agli investitori in USA per rafforzare la situazione della compagnia.
Saranno disponibili, in particolare, per acquirenti istituzionali qualificati, e avranno scadenza nel 2031, con interessi semestrali.
Secondo quanto riportati, questi clienti potranno acquistare anche altri 37,5 milioni di dollari in obbligazioni 13 giorni dalla prima emissione.
L’obiettivo di Marathon è quello di scalare le classifiche nel mining a discapito dei competitor cinesi e aumentare la propria scorta di Bitcoin in cassaforte.