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Il prossimo halving di Bitcoin è previsto per la primavera del 2024. Sebbene l’evento sia già accaduto tre volte in passato e sia stato inserito nel codice del Bitcoin fin dalla nascita, questa volta può rivelarsi molto importante non solo per i miner, ma anche per i trader.
L’halving del 2024 prevede una riduzione delle ricompense per ogni blocco convalidato da 6,25 BTC a 3,125 BTC. Dal precedente halving del 2020, il mercato delle criptovalute è cambiato. Il valore del Bitcoin è aumentato esponenzialmente, inoltre l’asset è diventato sempre più popolare.
Storicamente, l’halving ha sempre generato un aumento del valore del BTC. Il primo halving del 2012 ha portato l’asset a salire da 12,35 dollari a 964 dollari nel giro di un anno. L’ultimo halving, avvenuto l’11 maggio 2020 ha generato un rally per il Bitcoin, portando la criptovaluta a raggiungere un nuovo massimo storico.
Questo succede perché la riduzione delle ricompense per il mining, porta molti miner ad abbandonare la rete, diminuendo l’offerta di Bitcoin in circolazione. Una minore offerta può influire sulla domanda, nonché sul valore di una criptovaluta.
Nel 2024, l’halving del Bitcoin può combinarsi con la possibile approvazione degli ETF Spot Bitcoin richiesti da asset manager come Blackrock e Grayscale alla SEC.
Secondo gli analisti, questi due fattori possono generare uno dei rally più importanti per il Bitcoin, fino a portare la criptovaluta a raggiungere i 100.000 dollari entro la fine dell’anno prossimo e l’inizio del 2025.
Il co-fondatore di MicroStrategy, Michael Saylor, da sempre grande sostenitore di Bitcoin, ha dichiarato l’halving, unito alla potenziale approvazione di diversi ETF su Bitcoin, potrebbe portare ad un’afflusso di capitali nel mercato delle criptovalute mai vista prima d’ora.
Oltre a favorire la crescita del Bitcoin, l’halving può dare visibilità anche a nuovi progetti basati sul cloud mining, come Bitcoin Minetrix. Il progetto prevede la creazione di una piattaforma di cloud mining accessibile e libera, basata sulla meccanica Stake-To-Mine.
Bitcoin Minetrix: un’innovativa piattaforma di cloud mining
Il progetto Bitcoin Minetrix vuole cambiare il settore del cloud mining attraverso l’utilizzo dello staking del token nativo BTCMTX.
La piattaforma si distinuge dai servizi di cloud mining tradizionali che solitamente propongono contratti vincolanti agli utenti e richiedono dei requisiti specifici.
In generale, sebbene sia l’unica alternativa al mining del Bitcoin per chi può permettersi l’hardware necessario, il cloud mining spesso si rivela poco conveniente.
Su Bitcoin Minetrix gli utenti potranno effettuare il mining di Bitcoin tramite il burning di token ERC-20 non scambiabili, ottenibili con lo staking del BTCMTX.
Bruciando tali token ERC-20, si potrà generare hashrate sulla piattaforma Bitcoin Minetrix, in modo da ricompense passive in BTC.
La piattaforma non prevede alcun tipo di contratto, infatti i detentori del BTCMTX avranno la piena proprietà sui propri token e potranno decidere se venderli, metterli in stake o prelevarli senza l’intervento di terze parti. In questo modo potranno gestire l’hashrate da utilizzare per il cloud mining, ottimizzando le possibilità di estrazione di Bitcoin.
Attualmente, la presale di Bitcoin Minetrix ha raccolto 5,6 milioni di dollari, con il token BTCMTX venduto a 0,0123 dollari.
L’obiettivo del team è raggiungere almeno 15 milioni di dollari, in modo da avere i fondi necessari per lo sviluppo e l’implementazione della piattaforma di cloud mining. Inoltre, al lancio del BTCMTX verrà creata una dashboard grazie alla quale i titolari potranno gestire il token in modo intuitivo.
Dato che lo Stake-To-Mine non è ancora attivo, acquistando i token in presale sarà possibile fare staking, in modo da ricevere ricompense passive in BTCMTX con un APY del 108%.
Se la piattaforma di cloud mining e lo Stake-To-Mine si riveleranno davvero utili per il cloud mining, allora il BTCMTX potrebbe crescere sul mercato, spinto anche dal rally del Bitcoin generato dall’halving e dagli ETF Spot.
*Questo articolo è stato pagato. Cryptonomist non ha scritto l’articolo né testato la piattaforma.