L’UE vuole sapere tutto | Bitcoin e crypto sotto INCHIESTA!

crypto guardoni ue

Ci eravamo ripromessi di commentare quanto arrivato dal Consiglio Europeo nel weekend, quando gli affanni della settimana lavorativa sono ridotti e quando si ha forse un po’ di tempo in più per riflettere. La notizia, in breve, è questa: Bruxelles starebbe ragionando su un’ulteriore stretta su terrorismo e riciclaggio e neanche a dirlo avrà bisogno di controllare ancora più pedissequamente le operazioni di cittadini e residenti.

La litania è sempre la stessa, cantata dallo stesso coro e nella stessa chiesa: terroristi, pedofili e il peggio che la razza umana possa esprimere riuscirebbero ad operare anche grazie a Bitcoin e cripto. La soluzione? Neanche a dirlo controllare transazioni dei cittadini, affinché non ci sia nulla di losco, vero o presunto, che possa sfuggire al vigile occhio delle autorità.

Nel frattempo, come spesso accade quando sono le autorità europee ad esprimersi, tanto Bitcoin quanto il resto del mondo cripto ignorano bellamente la questione e continuano per la loro strada. Possiamo trovarli anche in acquisto diretto su Krakenvai qui per ottenere un conto gratuito – e tanti altri exchange che al contrario di quanto si potrebbe pensare a leggere le parole del Consiglio, operano nel pieno rispetto delle leggi anti-riciclaggio.

Intermediari che non hanno mai avallato certi comportamenti e che speriamo rispondano al fuoco del sospetto, agitato da un Consiglio che almeno ad avviso di chi vi scrive dovrebbe forse valutare con maggiore attenzione il tenore delle accuse che muove.

Il panopticon cripto dell’UE: ecco cosa hanno in mente

Jeremy Bentham, filosofo e giurista, ebbe a concepire alla fine del 1800 il Panopticon o panottico. Per chi conosce un poco di greco antico sarà facile capire di cosa si tratta: παν- vuol dire tutto e ὀπτικόν, visibile. Un carcere ideale dove tutto si può vedere, con una particolare struttura che avrebbe essa stessa fatto desistere i prigionieri dal comportarsi male.

L’idea – dopotutto la storia dei guardoni è vecchia come quella del mondo – fu ripresa per diverse carceri. Da Arnhem e Haarlem nei Paesi Bassi, a Presidio Modelo a Cuba, l’idea del panoticon è sempre stata la stessa: sorveglianza totale.

Crypto voyeurismo ue
Sorveglianza totale, così non avrete la tentazione di comportarvi male

Il mondo digitale, almeno quello di vecchia generazione, ha ulteriormente facilitato questi compiti, con il Consiglio Europeo che però vorrebbe saperne di più almeno per quanto riguarda le transazioni crypto dei propri residenti e cittadini. Un cryptopanopticon che a nostro avviso avrà come effetto unico quello di recuperare dati fiscalmente golosi, ma che dal Consiglio Europeo vogliono propinarci come quintessenziale alla lotta contro il terrorismo.

I terroristi e chi li finanzia non sono benvenuti in Europa. Per riciclare denaro, le organizzazioni criminali cercano scappatoie nelle nostre regole attuali, che sono già piuttosto stringenti. La nostra intenzione è di chiudere tali scappatoie e applicare regole ancora più restrittive in tutti gli stati membri. I pagamenti in contante oltre i 10.000€ diventeranno impossibili. Rimanere anonimi mentre si comprano o vendono cripto-asset diventerà molto più difficile. Nascondersi dietro diversi livelli di proprietà e di compagnie non funzionerà più. Diventerà ancora più difficile riciclare denaro tramite gioiellieri e orafi.

Il messaggio è di Zbyněk Stanjura, che è Ministro delle Finanze della Repubblica Ceca, che in seno al Consiglio è uno dei portavoce dell’ala dura, o se vogliamo panopticista anche riguardo il mondo delle cripto. Cosa si vuole fare? In primo luogo si vogliono obbligare, ci dicono nel documento ufficiale obbligare tutti i CASP, ovvero i crypto-asset services providers, ovvero gli exchange alla due diligence verso tutti i clienti. Ovvero controlli approfonditi sulla loro identità. Udite udite, qualcosa che a nostro avviso è già presente.

Cosa c’è di nuovo dunque? Semplice, un nuovo limite da applicare urbi et orbi di 1.000€ di controvalore, superato il quale gli exchange dovranno applicare controlli aggiuntivi. Il che vuol dire nuovi fastidi per gli utenti che operano nella legalità, nuovi documenti nelle mani di terzi privati, nuovi rischi di leak di tali documenti (è successo, succede e succederà ancora) etc. etc.

Senza dimenticare quella sensazione, che sarà già comune per molti dei nostri lettori, di sentirsi osservati ovunque, comunque e in qualunque momento. Qualcosa che in Europa credevamo di esserci lasciati alle spalle con la Caduta del Muro di Berlino. Muro che, ci ricordava qualche amico, a questo punto sembra ci sia caduto in casa.

Crypto terrorismo UE
I dati dove sono?

Il terrorismo scusa per qualunque tipo di controllo

Buon senso vorrebbe procedure diverse per discutere una legge. Si dovrebbe avere un dato, discuterlo e poi pensare a eventuali contromisure. Il problema con questa ennesima ondata repressivo-voyeuristica del Consiglio Europeo è che i dati sull’utilizzo delle criptovalute e di Bitcoin a scopo di riciclaggio non esistono. E che anzi anche chi raccoglie dati e li vende ai governi – e che avrebbe pertanto tutto l’interesse a rappresentare situazioni gravi se non disastrose – ha in realtà sempre trovato poco in tal senso.

In altre parole le principali organizzazioni terroristiche continuano a finanziarsi tramite banche compiacenti, mentre i poveri cittadini che vogliono ritirare del contante oltre soglie molto basse oppure ancora trasferire cripto da un account all’altro si troveranno, come accade già in parte ora, a farsi scrutare da tutta una serie di soggetti, partendo dagli exchange e per finire a qualche solerte agente di polizia in qualche questura periferica.

Per combattere il terrorismo vale tutto? Le nostre democrazie liberali sono nate anche per superare tali concezioni, ovvero per rifiutare categoricamente il concetto secondo il quale la lotta al crimine possa giustificare tutto.

Chi ha studiato un po’ di storia del diritto ricorderà che era questa la stessa giustificazione di pratiche che oggi troviamo abominevoli, come la tortura. Il concetto generale, da sempre appetitoso per il monopolista della forza, ciclicamente si riaffaccia. Pensavamo di avere gli anticorpi, con l’ultima esposizione a questa terribile malattia che fu un quel di Berlino Est. Ma a quanto pare è giunta l’ora del richiamo. Di quella dose di autoritarismo che ricorderà a tutti o quasi l’importanza del potersi fare i fatti propri senza far del male a nessuno.

E il diritto a non essere trattati come dei delinquenti senza aver commesso alcun tipo di reato. Tutto questo mentre il terrorismo continuerà a finanziarsi tramite i canali che ha sempre utilizzato. Che no, non sono quelli di Bitcoin e criptovalute. Credete il contrario? L’onere della prova, finché vivremo in un luogo con un minimo rispetto per il diritto, è a carico di chi afferma una tesi, non a carico di chi la nega.

L’articolo L’UE vuole sapere tutto | Bitcoin e crypto sotto INCHIESTA! proviene da Criptovaluta.it®.