Le memecoin, in particolare Pepe e Dogwifhat, hanno registrato un aumento significativo, superando BTC, ETH e SOL.
Questo settore, valutato 53 miliardi di dollari, ha visto una crescita del 12% martedì, con Pepe (PEPE) e Dogwifhat (WIF) in aumento rispettivamente del 22% e del 25%, secondo CoinGecko.
Vediamo di seguito tutti i dettagli.
Un rally impressionante per le memecoin: Pepe e Dogwifhat in testa
Come anticipato, le memecoin hanno superato BTC, ETH e SOL, con un aumento del settore del 12%. Pepe (PEPE) e Dogwifhat (WIF) hanno guidato il rally con crescite del 22% e del 25%.
Il rally è avvenuto dopo che Bitcoin ha raggiunto un massimo mensile di $65.000 per poi scendere a $63.000.
Questo movimento suggerisce che i trader stanno prendendo profitti da asset di maggiore capitalizzazione come BTC ed ETH per investirli in scommesse più speculative.
L’indice CoinDesk 20 (CD20), che monitora i token a grande capitalizzazione, ha registrato un aumento del 2,3% nelle ultime 24 ore.
Diverse meme coin legate alla politica americana sono state emesse dopo che il candidato presidenziale Donald Trump è stato ferito in una sparatoria durante un comizio in Pennsylvania sabato scorso.
Tra queste, America Coin (USA) e Super Trump (STRUMP) hanno visto aumenti rispettivamente del 204% e del 43%.
Volatilità e liquidità delle memecoin
Le meme coin storicamente performano bene quando BTC ed ETH sono range bound vicino ai massimi locali e performano male durante cali di mercato.
Ad esempio, Dogwifhat è salito del 60% a maggio mentre BTC si scambiava tra $66.000 e $69.000, per poi perdere il 60% del suo valore nei 30 giorni successivi a un crollo del mercato che ha visto BTC scendere del 21%.
L’attuale profondità di mercato di BTC su Binance varia tra 14,8 milioni di dollari e 11,2 milioni di dollari entro il 2% del livello attuale. D’altra parte, la profondità di mercato di WIF è compresa tra soli 1,4 milioni di dollari e 1 milione di dollari.
Questo significa che le liquidazioni e gli ordini di mercato possono avere un impatto molto più significativo sulle meme coin rispetto ai token di maggiore capitalizzazione come BTC ed ETH.
Il rally delle meme coin evidenzia come i trader stiano diversificando i loro profitti verso asset più speculativi, approfittando della volatilità e della liquidità relativamente bassa di queste criptovalute.
Pepe raggiunge un massimo di 15 giorni con un aumento del 23%
Pepe ha registrato un massimo di 15 giorni a $0,00001262, segnando un aumento del 23% nelle ultime 24 ore. Durante questo periodo, il volume degli scambi è aumentato del 110%, attirando l’attenzione degli investitori.
La criptovaluta era stata in una fase ribassista dall’inizio del mese, toccando un minimo di due mesi a $0,00000763 nella prima settimana di luglio. Tuttavia, nelle ultime 24 ore, PEPE è passato da $0,000009399 a $0,00001251, suscitando un significativo interesse.
Due istituzioni, Nascent e MakerDAO, hanno movimentato fondi su Binance, depositando 3.566 MKR (pari a 10,29 milioni di dollari). Nascent, in particolare, ha venduto 1.216 MKR (3,49 milioni di dollari), realizzando un profitto stimato di 2,9 milioni di dollari.
Successivamente, la società di venture capital ha ritirato da Binance 141 miliardi di PEPE (1,6 milioni di dollari), 281.000 LDO e 3,41 milioni di USDT.
Questa impennata di PEPE coincide con un rally di sollievo nel mercato delle criptovalute, che si sta riprendendo dai recenti minimi. Dopo due settimane difficili, l’indice Fear & Greed del mercato è tornato in zona neutra.
Tra le meme coin, PEPE ha conquistato il primo posto, con Dogwifhat e Floki che sono aumentate rispettivamente del 21% e del 18%. Il rapporto tra valore della rete e transazioni (NVT) di PEPE è aumentato, suggerendo che la moneta è relativamente sopravvalutata.
Analizzando i recenti movimenti di prezzo, Pepe ha dimostrato un trend rialzista, superando il livello di resistenza di $0,00001134.
Nonostante qualche volatilità nell’ultima settimana, la traiettoria complessiva rimane positiva, con il potenziale di testare presto il livello di $0,00001349.
A sostenere questo ottimismo c’è l’indice di forza relativa (RSI), che indica uno slancio forte senza ancora raggiungere il territorio di ipercomprato.