Hong Kong pronta ad accettare ETF crypto spot

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La Securities and Futures Commission (SFC) e l’Autorità monetaria di Hong Kong (HKMA) hanno dichiarato esplicitamente e ufficialmente che sono disposte ad accettare richieste per l’autorizzazione di ETF crypto spot.

Lo hanno fatto in una circolare pubblicata sul sito web ufficiale della SFC.

La circolare per approvare gli ETF crypto spot ad Hong Kong

Il documento è intitolato esplicitamente “Circolare congiunta sulle attività degli intermediari relative agli asset virtuali”, ed è stata redatta sia da SFC che da HKMA.

Innanzitutto nel documento rivelano di aver ricevuto un numero crescente di richieste da parte di intermediari sulla distribuzione ai clienti di prodotti di investimento con esposizione ad asset virtuali. Affermano anche che tali intermediari sono interessati a fornire servizi di negoziazione di asset virtuali ai propri clienti.

Ma i passaggi più significativi sono quelli riguardanti i cosiddetti ETF spot VA, dove VA sta proprio per virtual asset (ovvero criptovalute). 

Ricordando che la SFC ha già autorizzato l’offerta a clienti retail di fondi negoziati in borsa basati su future crypto (ETF futures VA), affermano che le due agenzie hanno di recente rivisto la loro politica per gli intermediari che desiderano impegnarsi in attività legate agli asset virtuali. 

A tal proposito scrivono: 

“La politica viene aggiornata alla luce degli ultimi sviluppi del mercato, in cui la SFC ha autorizzato gli ETF futures VA ed è disposta ad accettare richieste di autorizzazione di altri fondi con esposizione ad asset virtuali, compresi i fondi negoziati in borsa a pronti con asset virtuali (ETF spot VA)”.

Gli ETF spot potrebbero arrivare presto sul mercato di Hong Kong

A differenza degli ETF basati su contratti future, quelli spot devono essere collateralizzati nel sottostante. 

Ovvero gli ETF crypto sui future replicano il trend del prezzo della loro criptovaluta di riferimento, ma sono collateralizzati con contratti future sul prezzo della medesima. 

Invece gli ETF crypto spot sono collateralizzati direttamente con la criptovaluta di cui vogliono replicare il trend del prezzo. 

Anche negli USA sono già stati autorizzati ETF crypto sui future, e quelli in approvazione ad inizio gennaio sono quelli spot. 

A Hong Kong sembra non siano ancora state presentate richieste per l’emissione di ETF crypto spot, ma con questa circolare, non a caso pubblica, è quasi come se la SFC volesse stimolare questo tipo di richieste, dato che a Hong Kong gli ETF crypto sui future esistono già. 

D’altronde Hong Kong è la piazza finanziaria cinese internazionale, e quindi in qualche modo deve seguire le tendenze globali, se vuole rimanere al passo con i tempi. Va ricordato che, dopo quello statunitense, il mercato cinese è probabilmente il maggior mercato crypto al mondo soprattutto in quanto a potenzialità, dato che ufficialmente il trading crypto in Cina è ancora vietato. 

Così come gli ETF crypto spot negli USA potrebbero attrarre molti capitali provenienti da clienti istituzionali, o privati facoltosi, in Cina potrebbe anche accadere qualcosa di simile. E dato che per ogni azione di un ETF spot emessa dovranno essere immobilizzati dei token crypto, questo potrebbe ridurre l’offerta di criptovalute sui mercati spot facendone aumentare il prezzo. 

Il ban cinese

La Cina ha imposto un ban totale sul trading crypto ai suoi cittadini nel 2021. 

Se in un primo momento sembrava che il ban stesse sortendo degli effetti, ormai è chiaro che molti cinesi riescono ad aggirarlo utilizzando exchange esteri. 

A questo punto sembra avere davvero poco senso mantenere in vita un ban tale soprattutto in caso di bullrun: si impedirebbe solo ai cittadini cinesi onesti di sfruttare un’opportunità. 

Hong Kong, ovvero la piazza finanziaria internazionale della Cina, da un po’ di tempo sta cercando di aprirsi al mercato crypto, sicuramente con il consenso delle autorità cinesi. Ma di sicuro l’obiettivo è quello di farlo nel modo più rispettoso possibile delle leggi e delle politiche del gigante asiatico. 

Gli ETF crypto spot potrebbero aiutare non poco in tal senso, perché consentirebbero ai cinesi di prendere posizione sul prezzo delle criptovalute senza doverle acquistare direttamente, e soprattutto utilizzando prodotti finanziari completamente regolamentati. 

L’impatto sui prezzi

Per ora è ancora decisamente troppo presto per immaginare quali e quanti ETF crypto spot saranno lanciati ad Hong Kong. Inoltre non sono nemmeno ipotizzabili delle tempistiche, quindi le conseguenze potrebbero tardare a materializzarsi. 

Però ad esempio per il mercato USA la richiesta di BlackRock in tal senso è arrivata a giugno, e nel giro di sei mesi dovrebbe arrivare all’approvazione. A queste tempistiche vanno aggiunti anche i tempi necessari per promuovere il prodotto e farlo accettare dagli investitori, con due o tre anni forse necessari per arrivare al culmine. 

Quindi sembra quasi impossibile che gli eventuali ETF crypto spot cinesi possano arrivare in tempo per poter condizionare il prezzo delle criptovalute già durante la prossima bullrun. 

Potrebbero invece essere eventualmente protagonisti in seguito, o durante il successivo bear-market o addirittura durante la bullrun ancora seguente.

Quello che invece pare chiaro è che la Cina abbia deciso di non voler più essere auto-esclusa da questa evoluzione epocale.