Domani si terrà l’asta giudiziaria con cui si potranno acquistare gli asset della fallita Celsius: a quest’asta parteciperanno anche gli exchange crypto statunitensi Coinbase e Gemini.
L’asta si terrà a New York, da Kirkland & Ellis.
A partecipare a quest’asta saranno due consorzi, Fahrenheit e Blockchain Recovery Investment Committee.
Il consorzio Fahrenheit è di proprietà di Arrington Capital, U.S. Data Mining Group, Proof Group Capital Management, Steven Kokinos, e Ravi Kaza. Arrington Capital a sua volta è di proprietà dell’investitore blockchain Michael Arrington, mentre Steven Kokinos è l’ex CEO di Algorand.
Ieri, Arrington ha dichiarato che il consorzio Fahrenheit è sostenuto anche da Coinbase.
Invece del consorzio Blockchain Recovery Investment Committee fanno parte Van Eck Absolute Return Advisers Corporation, Global X Digital, GXD Labs, Plutus Lending, Abra, e Gemini Trust Company.
Quindi di fatto i due exchange crypto statunitensi si contenderanno l’acquisto degli asset di Celsius come concorrenti, ovvero come parte di due consorzi contendenti distinti.
L’asta di Celsius: anche Coinbase e Gemini parteciperanno
La base di partenza è l’offerta di NovaWulf Digital Management, ovvero un contributo diretto compreso tra i 45 e i 55 milioni di dollari, e la creazione di una nuova piattaforma pubblica interamente controllata dai creditori di Celsius.
Secondo questa proposta originaria i clienti di Celsius dovrebbero poter recuperare fino al 70% dei loro fondi.
A ciò, il consorzio Fahrenheit aggiunge la creazione di una nuova società che abbia come unico scopo quello di far crescere il valore degli asset rilevati in modo da arrivare a pagare i creditori.
Quindi mentre la proposta originaria di NovaWulf prevedeva il rimborso solamente del 70% dei fondi dei clienti, quella di Fahrenheit sembra mirare ad un rimborso totale, o comunque maggiore del 70%.
Non sono noti, invece, dettagli dell’offerta di Blockchain Recovery Investment Committee, ma evidentemente solo se fosse migliore di quella di Fahrenheit avrebbe qualche probabilità concreta di risultare vittoriosa.
Con quest’asta vengono ceduti al miglior offerente tutti gli asset di Celsius, dato che questa è fallita e non può riprendere le attività. Chi rileverà questi asset dovrà poi procedere al rimborso, parziale o totale, dei creditori di Celsius, tra cui i suoi utenti.
Il recupero dei fondi
Pertanto il processo che porterà probabilmente al recupero dei fondi è ancora molto lungo, e dal punto di vista strettamente tecnico non è ancora nemmeno iniziato.
Infatti, solo dopo il passaggio di proprietà degli asset il nuovo proprietario potrà studiare un piano per il recupero dei fondi, e proporlo ai creditori.
In passato questi processi hanno richiesto anni, e se a ciò ci aggiungiamo che sono già passati 10 mesi dalla chiusura dell’attività, per i creditori le tempistiche per il recupero si prospettano decisamente lunghe.
Va ricordato che il motivo per cui Celsius non è riuscita a restituire tutti i fondi ai propri clienti e che, banalmente, non li aveva più tutti in cassa.
Quindi gli asset che verranno rilevati da Fahrenheit o da Blockchain Recovery Investment Committee non bastano a coprire i rimborsi di tutti i fondi di tutti i creditori.
Pertanto o si dovrà procedere con un taglio dei crediti, finendo per restituire ai creditori solo una parte dei loro fondi, oppure dovranno inventarsi qualcosa per far sì che tali asset acquisiscano di valore nel corso del tempo in modo da poter rimborsare ai creditori un valore maggiore rispetto a quello disponibile ad oggi.
Nel caso in cui si procederà con questa seconda procedura, le tempistiche si allungano ulteriormente, perchè servirebbe decisamente un po’ di tempo per far apprezzare gli asset acquisiti domani in modo significativo.
Inoltre, una procedura tale comporterebbe sicuramente anche dei rischi aggiuntivi, dato che non vi sono guadagni senza rischi, e non è detto quindi che sarà l’opzione effettivamente scelta.
Il fallimento di Celsius
Celsius prometteva ai propri clienti interessi attivi significativi sulle criptovalute depositate.
Il problema è che per produrre interessi più elevati della media hanno dovuto prendersi qualche rischio in più. Ciò, unito presumibilmente ad una cattiva gestione di questi rischi aggiuntivi, ha portato a generare perdite con le quali non solo non sono più riusciti a ripagare gli interessi, ma si sono anche visti ridurre le coperture dei fondi depositati dai loro clienti.
A dire il vero molti avevano avvisato che gli interessi pagati da Celsius sembravano un po’ troppo elevati per essere sostenibili sul lungo periodo, e quando è crollato il mercato crypto in seguito all’implosione dell’ecosistema Terra/Luna, lo scenario paventato dell’insostenibilità di quel business si è di colpo materializzato.
Il resto lo hanno fatto un’eccessiva spregiudicatezza, e la mancata consapevolezza del rischio elevato da parte degli investitori.