Dopo il crollo della prima decade di novembre, la quotazione del prezzo di Bitcoin ora è tornata intorno ai 17.000$.
A dire il vero tale soglia era già stata superata per ben due volte dopo il picco minimo annuale del 10 novembre, ma sia tra il 10 e l’11 novembre che tra il 14 ed il 15 nei giorni successivi era tornata sotto questa cifra.
Il livello attuale è ancora inferiore al precedente picco minimo annuale di 17.500$ toccato a giugno, e questo fa credere che l’attuale fase di difficoltà non possa ancora dirsi chiuso.
Quotazione Bitcoin: l’andamento del 2022
Sebbene la quotazione del prezzo di Bitcoin avesse già iniziato a scendere fin da fine dicembre 2021, fino ad inizio maggio era rimasta sostanzialmente superiore ai 35.000$, ovvero una cifra inferiore del 49% rispetto ai 69.000$ del picco massimo storico di novembre 2021.
Ma con l’implosione dell’ecosistema Terra/Luna il prezzo è crollato sotto i 30.000$, per poi scendere ancora a giugno fin sotto i 20.000$ a causa del fallimento di Celsius, Voyager e 3AC.
Da allora aveva lateralizzato attorno ai 20.000$ fino a inizio novembre, quando c’è stato il nuovo crollo dovuto al fallimento di FTX.
Sebbene dal 5 al 9 novembre ha perso il 27% del proprio valore in soli quattro giorni, il picco minimo annuale di 15.500$ toccato il 10 novembre è stato solamente dell’11% inferiore al picco minimo di giugno, che invece era del 50% inferiore alla quotazione di inizio maggio.
Pertanto da gennaio ad inizio maggio ha perso il 49%, seguito da un altro 50% da circa metà maggio fino a metà giugno. Invece il successivo crollo di novembre ha abbassato il punto minimo annuale solamente dell’11%.
La correzione attuale
Il fatto che ora sia rimbalzato fino a 17.000$ non stupisce affatto, e non può essere considerato un sufficiente segno di buona salute.
Invece il fatto che il crollo di novembre abbia abbassato il picco minimo annuale soltanto dell’11%, dopo due crolli di circa il 50% ognuno, fa capire che l’ultimo crollo in realtà non sia stato così grave come i precedenti.
D’altronde i due precedenti sono davvero arrivati come fulmini a ciel sereno, lasciando tutti sorpresi. Invece, il crollo di FTX di novembre, per quanto imprevisto, è avvenuto in un momento già di chiara difficoltà, quindi con un livello di paura già così alto che non ha potuto aumentare di molto.
Infatti ad inizio maggio il Fear & Greed Index era in territorio negativo, ma non estremo, mentre a metà maggio precipitò verso i minimi. Il picco minimo di questo indice è stato toccato proprio poco dopo la metà di giugno, mentre dopo il fallimento di FTX era sostanzialmente sui livelli di inizio maggio.
Quindi la paura massima sul mercato di Bitcoin quest’anno si è verificata tra maggio e giugno, e quella attuale è solo la lunga coda di ciò che è accaduto fino ad ora quest’anno, oltre ovviamente al problema causato da FTX.
I mercati tradizionali
È molto curioso invece il fatto che ad esempio il bear market del Nasdaq del 2022 sembra essersi ormai concluso da quasi due mesi.
Infatti il picco minimo annuale per ora il Nasdaq lo ha toccato a metà ottobre, e da allora ha già recuperato quasi il 15%.
Sebbene non sia affatto iniziata una nuova bullrun, sembra che le grosse paure sui mercati tradizionali in questo momento siano state lasciate alle spalle. Ciò non è affatto garanzia di un’inversione di tendenza del trend, ma unitamente al fatto che il problema dell’inflazione in USA ha smesso di crescere, può far se non altro ben sperare.
Lo stesso presidente della Fed ha annunciato ieri che è possibile che la politica monetaria della banca centrale statunitense a dicembre diventi un pochino meno restrittiva, pur rimanendo tale.
In questo clima è possibile che, nel caso in cui non si verificassero altri problemi simili al fallimento di FTX, anche il mercato crypto potrebbe aver toccato il fondo nella prima decade di novembre.
A tal proposito non è da escludere che il piccolo rimbalzo del prezzo di Bitcoin di questi giorni possa essere seguito da altri rimbalzi che potrebbero riportarlo in zona 20.000$, ovvero laddove ha lateralizzato per quasi cinque mesi dopo il crollo della prima metà di giugno.
Oltretutto anche i mercati asiatici si stanno riprendendo, con l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong che ha già recuperato il 27% in poco più di un mese.
Forse il calo generalizzato del 2022 si è concluso tra ottobre e novembre, e questo potrebbe far bene anche ai mercati crypto. Nel caso però in cui si verifichino altri eventi drammatici ed imprevisti, nulla toglie che i prezzi potrebbero tornare a scendere.