In attesa l’influenza delle trimestrali sul prezzo delle azioni di Alphabet (Google), prevista per questa notte, di Amazon, prevista per dopodomani e di Tesla, che può vantare già dei buoni risultati.
Focus sul prezzo delle azioni di Tesla, Amazon e Google
La danza delle trimestrali entra nel vivo, ma la borsa di Wall Street non sembra esserne molto influenzata, sono ancora le notizie macro a spostare gli equilibri poichè riescono a delineare meglio il sentiment per il futuro.
I risultati fino ad oggi ottenuti da questi Q3 sono stati rassicuranti ma a tranquillizzare è anche il dato sull’inflazione che seppur in maniera meno eclatante delle aspettative continua a diminuire.
La progressione della discesa del CPI è costante e nello specifico 8,5% a luglio, 8,3% ad agosto ed ora 8,2% a significare che il trend mostra soluzione di continuità e forza, questo probabilmente alla base del recupero generale di Wall Street che ha visto addirittura il Dow Jones toccare quota +2,8% nonostante un’inflazione mai vista dal 1982 ad oggi.
Venerdì, la Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha detto che Powell e soci potrebbero aver bisogno di “rallentare il passo degli aumenti”.
Janet Yellen, la segretaria del Tesoro americano ha messo in guardia sull’attuale scenario economico, sottolineando che l’economia statunitense è “in salute” e il sistema finanziario e’ “resiliente” ma che aumenti dei tassi di questa portata non potranno essere sostenuti per sempre.
Tesla, quotazione e trimestrale
Questa volta il Q3 di Tesla non ha portato in grembo sorprese sul Bitcoin e tutti quelli rimasti sono intatti nel bilancio della società texana.
Oggi la quotazione del titolo è di 211,25 dollari con un meno 3,19%.
L’azienda di Musk aveva scelto di vendere 272 milioni di dollari in Bitcoin, generando un impatto positivo di 101 milioni di dollari sulla redditività.
Nessuno dei 10.700 Bitcoin in possesso di Tesla stock sono stati venduti in questo Q3 ne c’è l’intento di vendere nel futuro, piuttosto, secondo gli insider è tempo di holdare di nuovo.
Lo stock Tesla perde il 3,19% con uno dei risultati più scarsi dello S&P 500, la debacle è probabilmente dovuta al fatto che la società ha reso noto di voler abbassare il prezzo di alcuni veicoli elettrici in Cina.
A causa del taglio dell’outlook sulle vendite interno, giovedi’, il titolo di Tesla aveva perso il 6,6%.
La società di Musk, con grande sorpresa degli analisti ha ottenuto dati ottimi relativamente a tutte le voci tranne per quanto riguarda i ricavi che sono stati leggermente sotto le attese.
Le spese operative sono rimaste invariate a 1,7 miliardi, ma il gruppo ha riconosciuto che sta subendo un’inflazione dei costi delle materie prime.
Dai 2 miliardi dell’anno precedente anche l’utile operativo è cresciuto portandosi a 3,7 miliardi di dollari dovuto a una crescita delle consegne di mezzi che ha raggiunto 102.439 unità in più rispetto al 2021 con un aggravio del prezzo di vendita per sopperire ad inflazione e maggior costo delle materie prime.
La capacità di consegna è così aumentata da creare ritardi anche ma non solo dovuti alla lentezza nella produzione di batterie elettriche la cui produzione è stata spostata per velocizzare il processo.
La società dichiara:
“I vincoli di fornitura della batteria saranno il principale fattore limitante alla crescita del mercato dei veicoli elettrici a medio e lungo termine”.
Tesla spera di ridurre i costi per veicolo migliorando la sua logistica di consegna nonostante i problemi derivanti dal momentaneo stop della produzione in loco di batterie presso la gigafactory di Berlino.
La società di EV ha comunicato alcuni problemi tecnici a cui è incorsa la gigafactory di Berlino che l’hanno portata a spostare la produzione delle batterie destinate alle auto prodotte in quel sito in Texas con ricadute occupazionali ed economiche per l’Europa e per la società stessa.
La società texana centra gli utili per azione con un ottimo +4,98% sul precedente trimestre ma nonostante le entrate record, manca il fatturato che si ferma sotto le stime dell’1,96%.
Il terzo trimestre ha regalato (si fa per dire) un aumento del 55,9% sui ricavi, 21,5 miliardi di dollari americani, mentre l’intero comparto automobilistico pur salendo di 18,7 miliardi di dollari dai 12,1 miliardi dell’anno precedente mostra un dato inferiore rispetto alla società di Musk.
Questo curioso caso è il prodotto di quanto Tesla stia trainando l’intero comparto che in realtà non mostra grandissime performance nelle altre case automobilistiche.
Amazon (AMZN)
In casa Amazon, invece, i 119,82 dollari americani (+0,42%) ad azione sono grosso modo lo stesso valore che aveva la società di vendite on line due anni fa.
Il più grande internet company al mondo fondata nel 1994 da Jeff Bezos ed oggi guidata dal CEO Andy Jassy, non sta avendo vita facile, anche all’ultimo Prime Day, le cose non sono andate bene e la società non è nemmeno riuscita ad aumentare le vendite dei propri abbonamenti proprio nel giorno dedicati alla promozione di questi a livello mondiale portando a casa risultati del tutto simili a una normale giornata.
Un sospiro di sollievo tuttavia arriva dall’ok alla costruzione del nuovo mega Hub Logistico per l’Europa Meridionale e il Nord Africa che avrà sede Jesi (AN) in Italia, 67000 mq di area che rifornirà mezza europa dei prodotti del sito di vendite più diffuso al mondo ed abbatterà i costi della società per un 2% totale.
La società di Jeff Bezos è recentemente salita alle cronache per aver dichiarato guerra (legale) alle condotte di alcuni broker che lucrano grazie a recensioni false sui prodotti del sito e-commerce.
Altre dieci azioni legali della stessa natura sono state improntate in patria da Amazon con l’intenzione di stanare i broker truffaldini.
Il colosso americano il 27 ottobre è in previsione di far uscire i dati sul Q3 del 2022, l’obiettivo è un fatturato di 127,59 miliardi di dollari ed un utile per azione di 0,21 dollari.
La stragrande maggioranza degli analisti di Bloomberg, concorda nel dichiarare Amazon un Buy a prescindere dalla trimestrale e solo l’1,7% consiglia di vendere, la previsione del prezzo medio è di 166,38 dollari.
Alphabet (Google)
Dopodomani Alphabet (in concomitanza con Microsoft altra grande società del settore tech), farà uscire i propri dati sul trimestre ma in attesa di quelli il titolo è poco sopra la parità.
Le strade che il titolo di Google potrebbe prendere anche in un’ottica di bilancio in arrivo è in alto il supporto dei 104 dollari e in basso quello dei 95 dollari americani.
Se la resistenza dovesse essere rotta si potrebbe assistere a un trend rialzista almeno nel breve o nel brevissimo termine a 111,40 dollari.
Al ribasso, invece, si potrebbe virare in questa direzione se ci fosse debolezza i seller potrebbero puntare l’area di concentrazione di domanda dei 95 dollari di cui sopra, zona che conta i minimi registrati nella prima metà di ottobre.
La società punta molto sulle pubblicità in stile social e proprio questo dato sarà oggetto delle attenzioni degli investitori.
Il Cloud è previsto al rialzo e così anche le entrate da YouTube.
Zacks Investment Research per gli utili del terzo trimestre prevede un calo del -11% rispetto al Q3 dello scorso anno.
Le vendite sono previste al rialzo del 9% a 58,35 miliardi di dollari.
I ricavi del cloud nel Q2 sono cresciuti del 36% a 6,27 miliardi di dollari, ma hanno registrato una perdita operativa di 858 milioni di dollari, in aumento rispetto a una perdita di 591 milioni di dollari nel Q2 2021.
Le stime sugli utili scendono leggermente e dovrebbero toccare un -9% anno su anno, tuttavia recupereranno nel 2023 per cui è previsto un aumento del 14% (5,80 dollari per azione).