Il Ministro delle Finanze e della Banca Centrale Russa, Aleksey Moiseev, ha dichiarato in un’intervista televisiva condotta da Russia24, che le criptovalute sono necessarie per effettuare i pagamenti transfrontalieri.
In tv, Moiseev avrebbe, infatti, dichiarato:
“È impossibile fare pagamenti transfrontalieri senza le criptovalute”.
Russia: priorità alla regolamentazione crypto
Per questo motivo, la regolamentazione crypto va resa prioritaria, in modo da rendere possibile questo tipo di pagamenti, che in teoria dovrebbero cominciare ad essere effettuati dal 2023:
“Per quanto riguarda la regolamentazione del mercato delle criptovalute, la differenza di approccio è rimasta. Ma posso dire che anche la Banca Centrale ha ripensato [l’approccio], tenendo conto del fatto che la situazione è cambiata, e lo stiamo ripensando. Perché l’infrastruttura che intendiamo creare è troppo rigida per l’uso delle criptovalute nei regolamenti transfrontalieri che, ovviamente, dobbiamo prima legalizzare in qualche modo”.
Russia: wallet centralizzati e controllati dalla Banca
Questo è necessario affinché tutti posseggano dei wallet di criptovalute che siano comunque controllati per evitare riciclo di denaro e pagamenti per beni non autorizzati. Attualmente, infatti, questo è possibile usando wallet non autorizzati dalla federazione russa.
Secondo Moiseev, per risolvere il problema, i wallet dovrebbero, invece, essere supervisionati dalla Banca Centrale:
“Ora le persone aprono portafogli di criptovalute al di fuori della Federazione Russa. È necessario che questo possa essere fatto in Russia, che sia fatto da entità supervisionate dalla Banca Centrale, che sono tenute a rispettare i requisiti della legislazione antiriciclaggio, e prima di tutto, ovviamente, a conoscere il proprio cliente”.
In sostanza, per Moiseev le criptovalute sono utili per avere pagamenti veloci, a basso costo, ma il tutto deve comunque essere centralizzato e altamente controllato. Viene, quindi, meno il concetto di decentralizzazione e di privacy dietro alle criptovalute, viste ora in Russia come una sorta di alternativa più veloce ed agile delle valute fiat.
Le stablecoin in Russia e il rublo digitale
In effetti, le criptovalute a cui si riferisce Moiseev non sarebbero certo Bitcoin o Ethereum, ma stablecoin, e in particolare attraverso la creazione di piattaforme per gli insediamenti transfrontalieri in stablecoin.
Per il momento non è stato specificato quale stablecoin voglia essere utilizzata, ma probabilmente si tratterà di qualcosa di creato ad hoc, magari ancorato alla moneta locale, ovvero il rublo.
E in effetti, già da mesi la Banca Centrale della Russia sta lavorando su un nuovo rublo digitale, che sarebbe ormai nelle ultime fasi di test per poi essere messo sul mercato.
Le crypto in Russia tra mille contraddizioni
A luglio era, però, passata una legge che in pratica vietava nel Paese i pagamenti in criptovalute, anche se subito dopo la Banca Centrale Russa aveva aperto alla possibilità di rendere il mining di criptovalute legale nel Paese.
A marzo scorso, a poche settimane dallo scoppio del conflitto contro l’Ucraina, il capo della commissione per l’energia della Duma, Pavel Zavalny, aveva aperto, invece, alla possibilità che la Russia accettasse pagamenti di forniture di petrolio e gas in criptovalute.
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