Secondo un articolo apparso qualche giorno fa sul giornale online australiano The Sidney Morning Herald, Netflix avrebbe deciso di non accettare ads a tema crypto.
Mentre fioccano documentari su Bitcoin e serie tv che citano le crypto, anche appunto prodotte da Netflix stesso, il gigante dello streaming ha dichiarato di non poter accettare sulla propria piattaforma le pubblicità che sponsorizzano criptovalute in alcun modo.
Secondo il Sydney Morning Herald, infatti, Netflix avrebbe deciso di accettare solo clienti della nazione del servizio e niente che riguardi politica, gambling, crypto o niente che si indirizzi ai bambini. Probabilmente anche i prodotti farmaceutici verranno esclusi.
I documentari a tema crypto su Netflix
Oltre a diversi documentari che parlano specificatamente di Bitcoin come “Banking on Bitcoin” o il documentario sul caso dell’exchange QuadrigaCX, su Netflix ormai quasi tutte le serie tv e i film citano in qualche modo le crypto.
Che sia un breve sketch o una piccola menzione di Bitcoin, sempre più spesso i prodotti Netflix vedono la presenza delle criptovalute.
Anche il documentario su Elon Musk cita ovviamente Dogecoin e le criptovalute.
Insomma, nonostante su Netflix si possa parlare liberamente di queste tecnologie, l’azienda ha deciso di non dare possibilità alle aziende crypto di fare pubblicità. Probabilmente per non incorrere in truffe, scam o anche solo per evitare la sollecitazione al pubblico risparmio.
L’accordo con Google per le ads
Per gestire queste pubblicità, Netflix starebbe discutendo con Google tramite la piattaforma Ad Manager, che fornisce servizi di pubblicità online già per Disney Plus.
Su Google però le pubblicità crypto sono ancora ben accette quindi forse Netflix apporrà un filtro in più alle ads di Google.
Netflix vuole davvero investire in Bitcoin?
Dopo questa notizia probabilmente si esclude la possibilità che il rumor che voleva Netflix investire in Bitcoin non sia vero. Diffusosi nel marzo scorso il rumor proveniva da un’intervista a Tim Draper.
Durante un episodio di “The Unstoppable Podcast” intitolato “Costruire in mondo più libero su blockchain”, il noto investitore aveva risposto ad una domanda del co-fondatore e CEO di Unstoppable Domains, Matthew Gould, dicendo che Netflix avrebbe potuto essere la prossima azienda Fortune 500 ad aggiungere bitcoin al proprio bilancio.
I social media contro le ads a tema crypto
In effetti è quello che ha fatto non solo Netflix ma decine di piattaforme di social media finora a cominciare da Mailchimp. Il famoso servizio per inviare newsletter ha da sempre bannato i contenuti a tema crypto, airdrop o ICO sin dal 2017.
Lo stesso vale per Facebook, che mentre lancia progetti nel metaverso, comunque non vuole che si sfrutti la piattaforma per sponsorizzare crypto o NFT. Anche su Twitter è sempre più difficile fare questo tipo di pubblicità, o su Instagram.
Addirittura Medium spesso e volentieri in passato ha bannato articoli e chiuso interi blog che parlavano di crypto e airdrop.
Netflix e le pubblicità con un nuovo piano tariffario più economico
Ora che l’azienda ha confermato la volontà di aggiungere la possibilità di avere un account a costo inferiore ma con pubblicità che non si potranno saltare (o skippare, in gergo).
La notizia sarebbe stata confermata proprio oggi dal The Guardian, che ha rivelato che gli abbonamenti low cost con adv dovrebbero iniziare a prendere piede a novembre, senza aspettare l’iniziale data prevista per il 2023.
Questo nuovo piano tariffario per Netflix dovrebbe partire in Stati Uniti, Francia, Germania, Australia e Canada con un prezzo tra i $7 e $9, visto che attualmente invece la sottoscrizione base costa circa $10.
Pare però che questo piano tariffario andrebbe ad aggiungersi agli attuali, nel senso che chi oggi ha sottoscritto un piano, continuerà ad avere quello, senza pubblicità.
Ad ogni modo, un portavoce di Netflix ha dichiarato che la società non ha ancora preso alcuna decisione.
“Siamo ancora agli inizi della decisione su come lanciare un’opzione a prezzo più basso e con supporto pubblicitario e non è stata presa alcuna decisione. Quindi a questo punto si tratta solo di speculazioni”.
I ribassi di Netflix tra azioni e abbonamenti
Già da inizio 2022, infatti, gli abbonamenti su Netflix stavano già iniziando a calare, probabilmente per la fine del Covid-19, la diffusione di piattaforme concorrenti e la crisi economica in atto. Per questo, ad inizio anno, l’analista di JP Morgan, Doug Anmuth aveva abbassato le stime degli utenti per il primo trimestre del 2022 da 6,5 milioni a 5,5 milioni, abbassando anche il target price da 750 a 725 dollari per azione.
Non per niente ad aprile le azioni avevano iniziato a scendere di valore, arrivando a mercoledì 20 aprile quando in apertura il titolo sulla borsa di New York perdeva il 38% per poi chiudere con un lievemente migliore – 35% di perdita in un solo giorno.
Questa crisi aveva portato Netflix a decidere per abbonamenti più economici giustificando il costo minore con l’introduzione delle pubblicità.
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