Intel ha stretto un accordo di finanziamento di 30 miliardi di dollari con Brookfield Asset Management (BAM). Si tratta del primo programma di co-investimento per semiconduttori che aiuterà a finanziare i piani di espansione della produzione di chip dell’azienda.
L’espansione di Intel, un accordo da $30 miliardi
Il mondo dei chip è in grande subbuglio, a causa della cronica carenza ormai di materia prima, che sta determinando grandi problemi nella consegna dei preziosissimi microchip che comandano il mondo del tech e dell’informatica.
Nel 2020 una serie di accordi del valore complessivo di circa 106 miliardi di dollari, con in testa Nvidia, che aveva nel settembre del 2020 fatto un’offerta per acquisire ARM per circa 40 miliardi di dollari da Softbank.
Nel febbraio di quest’anno, l’accordo sarebbe poi saltato per problematiche legate ad alcuni dettagli relativi alla valutazione di ARM, che produce chip per smartphone.
Quest’accordo, saltato all’ultimo momento, ha rafforzato la concorrenza di Nvidia, che attualmente continua ad essere il maggior produttore mondiale di microchip.
Intel, che è la maggiore concorrente di Nvidia, nei giorni scorsi ha annunciato una partnership con Brookfield Asset Management per finanziare l’acquisto di una società del settore, con un esborso di circa 30 miliardi di dollari. La stessa azienda americana sarebbe vicinissima, secondo l’agenzia di stampa Reuters, alla chiusura di un ulteriore accordo da 5 miliardi di dollari per la realizzazione di un’azienda di assemblaggio in Italia.
In realtà, sempre secondo la Reuters, l’investimento di Intel ammonterebbe a circa 88 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni e vedrebbe la realizzazione di nuovi impianti in tutta Europa. In Italia, l’impianto dovrebbe sorgere in Piemonte o in Veneto.
L’accordo da 30 miliardi di dollari, invece, riguarderebbe la costruzione di una nuova fabbrica in Arizona. Il piano ambizioso sarebbe opera del nuovo CEO dell’azienda, Pat Gelsinger, che è salito a bordo a gennaio per dare una svolta al produttore di chip in declino. L’accordo prevede anche l’acquisto da parte di Intel di GlobalFoundries, la terza fonderia di semiconduttori indipendente più grande al mondo, con il suo quartier generale situato a Sunnyvale, California.
Le principali dichiarazioni sull’accordo in atto
Il CEO di Intel ha affermato:
“A questo punto, non diremmo che l’M&A è fondamentale, ma non lo escluderei. La nostra opinione è che il consolidamento del settore è molto probabile. L’intensa attività di ricerca e sviluppo, la necessità di passare a nodi moderni e all’avanguardia, i massicci investimenti di capitale richiesti, semplicemente vediamo che i giocatori più piccoli non saranno in grado di tenere il passo e le fonderie senza capacità all’avanguardia saranno lasciate indietro. E siamo continuamente alla ricerca di modi per accelerare i nostri piani con IFS. Se un’acquisizione può aiutare, non lo escluderemo di certo”.
Si tratterebbe di uno dei più importanti accordi nel mondo dei microchip, dopo l’accordo saltato qualche mese fa di Nvidia.
Moorhead a TechCrunch ha rivelato che:
“GlobalFoundries dispone di tecnologie e processi specializzati per 5G RF, IoT e automotive. Intel con GlobalFoundries diventerebbe quello che chiamo un “fornitore full-stack” in grado di offrire tutto a un cliente. Questo è in pieno allineamento con IDM 2.0 (la strategia di produzione di chip di Intel) e porterebbe Intel lì anni prima che potesse farlo senza GlobalFoundries”.
Patrick Moorhead, fondatore e analista principale di Moor Insight & Strategies Moorhead, società di consulenza specializzata nel settore dei microchip, ha spiegato:
“GlobalFoundries dispone di tecnologie e processi specializzati per 5G RF, IoT e automotive. Intel con GlobalFoundries diventerebbe quello che chiamo un “fornitore full-stack” in grado di offrire tutto a un cliente. Questo è in pieno allineamento con IDM 2.0 (la strategia di produzione di chip di Intel) e porterebbe Intel lì anni prima che potesse farlo senza GlobalFoundries”.
Secondo alcune indiscrezioni, l’accordo servirebbe a Intel anche per sviluppare la sua nuova fiorente attività nei chip per il mining di criptovalute, su cui l’azienda americana di microchip starebbe investendo molto, dopo che a luglio ha annunciato il suo prossimo lancio del nuovo ASICS per il mining.
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