Se ne parla da molto tempo del fatto che le criptovalute potrebbero essere utilizzate dai russi, così come dalla Corea del Nord o dall’Iran, per aggirare le dure sanzioni imposte dalla comunità internazionale.
Aggirare le sanzioni con le criptovalute: la strategia Ucraina
Poche settimane dopo lo scoppio della guerra il governo ucraino aveva espressamente richiesto a molti exchange di vietare l’utilizzo di criptovalute ad utenti russi proprio per evitare la possibilità di aggirare le sanzioni.
Ora a lanciare l’allarme in tal senso arriva un organismo specificatamente dedito alla soppressione dei reati contro il patrimonio e in particolare modo a contrastare i reati di riciclaggio ed evasione fiscale in Gran Bretagna. La Joint Money Laundering Intelligence Taskforce (JMLIT) ha identificato l’uso di cripto-asset da parte di persone designate (DP) per spostare somme significative di denaro ed eludere le crescenti sanzioni attualmente in vigore contro la Russia dopo l’invasione dell Ucraina.
Questo allarme arriva dopo che alcuni dati mostrano come le criptovalute siano notevolmente cresciute negli ultimi mesi in Russia, in cui sarebbero conservati almeno 214 miliardi di dollari di criptovalute ed il Paese sarebbe diventato ormai la terza destinazione mineraria più grande del mondo.
La grande disponibilità di materie prime energetiche ha reso il paese una delle principali destinazioni al mondo da parte dei miners di Bitcoin, dopo il bando imposto loro dalle autorità cinesi. Addirittura a luglio la Banca centrale russa aveva annunciato la possibilità di legalizzare nel paese il mining di criptovalute.
Alti rischi di riciclaggio di denaro tramite le crypto
Il JMLIT fa notare come gli scarsi controlli e la mancata osservanza riguardo le regole nel mercato degli asset digitali offrirebbero una opportunità unica per i russi di aggirare in parte il peso delle sanzioni imposte. Secondo alcune indiscrezioni le autorità britanniche nei giorni scorsi avrebbero effettuato anche il fermo di una decina di persone coinvolte a vario titolo in operazioni finanziarie poco chiare con le criptovalute.
Martin Cheek, esperto in antiriciclaggio e amministratore delegato di Smart Search, società inglese specializzata in software antiriciclaggio, ha avvertito del rischio che si corre grazie agli scarsi controlli sulle criptovalute da parte delle società stesse e delle autorità governative:
“Mentre i DP continuano a sfruttare la crescente rete crittografica per trasferire beni, le aziende di tutto il settore si stanno lasciando fortemente esposte a potenziali riciclaggio di denaro. È quindi imperativo che le aziende regolamentate intensifichino la loro dovuta diligenza e mettano in atto procedure antiriciclaggio efficaci, e probabilmente il modo più accurato per farlo è con la verifica elettronica e un sistema antiriciclaggio basato su cloud”.
Il rischio quindi è che possano essere utilizzate per queste operazioni i cosiddetti mixer di criptovalute come Tornado Cash finito, nelle ultime settimane nell’occhio del ciclone proprio le gravi accuse di riciclaggio di circa 4 miliardi di dollari mossa dalle autorità olandesi, che hanno portato anche all’arresto di uno degli sviluppatori della società.
Secondo le accuse, società come Tornado cash sarebbero state create proprio per aggirare le leggi anti riciclaggio ed evasione fiscale. Ma anche lo stesso CEO di Terra, che è miseramente crollata due mesi fa, facendo tremare tutto il mercato crypto, deve rispondere di accuse di riciclaggio mosse dalle autorità coreane.
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