La Law Society of England and Wales è l’associazione professionale degli avvocati di Inghilterra e Galles, e paragona alcuni utilizzi del Bitcoin al contante.
Law Society of England and Wales dice la sua su Bitcoin
Si tratta di un’associazione esistente addirittura dal 1825, e che spesso viene consultata dal Parlamento o dal governo britannico per prendere decisioni importanti dal punto di vista legale.
Il suo parere su Bitcoin, quindi, non può essere ignorato, perché potrebbe indurre le autorità normative britanniche ad agire di conseguenza.
Di recente ha pubblicato sul suo sito una risposta ad una specifica domanda riguardante l’utilizzo di Bitcoin come pagamento per acquistare immobili.
La domanda proveniva dall’addetto che si occupa di vigilare sul riciclaggio di denaro di una società di trasporti specializzata. La società sta portando a termine una transazione da 795.000 sterline per la vendita di un immobile, ed i fondi del compratore sono risultati provenire da un investimento in Bitcoin.
La risposta della Law Society of England and Wales è che la transazione in questione va considerata alla stregua di un pagamento in contanti in UK, ovvero con “un alto rischio di riciclaggio di denaro”. Infatti, suggeriscono di considerare “significativo” il rischio che i Bitcoin possano derivare da attività criminali.
Per questo motivo affermano che è necessario applicare misure di due diligence rafforzata (EDD), suggerendo anche che sia necessario considerare misure aggiuntive per affrontare i rischi presentati da questo tipo di transazioni.
Dicono che l’addetto al riciclaggio di denaro che ha posto la domanda dovrebbe adottare misure per stabilire che i fondi originali utilizzati per acquistare BTC provenissero da fonti lecite, e tracciarne gli spostamenti fino ad arrivare a quelli che verranno utilizzati per il pagamento dell’immobile.
Quindi, non sarebbe sufficiente stabilire quale sia la provenienza dei BTC, ma addirittura quale sarebbe la fonte dei fondi utilizzati per acquistare quei BTC.
I fattori da tenere sotto controllo per individuare operazioni di riciclaggio
Inoltre, l’addetto dovrebbe anche verificare che i fondi provenienti dalla fonte originale dichiarata dal cliente siano poi stati effettivamente investiti in Bitcoin, e che tale investimento abbia poi in effetti generato i fondi da utilizzare per pagare l’acquisto dell’immobile.
Affermano anche che sarebbe necessario controllare che il fornitore dei servizi crypto utilizzato sia regolamentato dalla Financial Conduct Authority (FCA). Infatti, qualora fosse supervisionato da FCA per l’antiriciclaggio ciò potrebbe ridurre i rischi.
Alla fine consigliano all’addetto di assumere un esperto per farsi aiutare in questa analisi.
Tuttavia, al tempo stesso ammettono che non esiste una guida specifica della Law Society su questo tema, tanto da dichiarare che sarebbe necessario riflettere ancora su questo asset. E definiscono Bitcoin “un tipo di valuta digitale che alcune persone ed aziende ora utilizzano”, e che “opera indipendentemente da una banca centrale”.
In questa risposta traspare un notevole grado di prudenza, ma non sembra affatto suggerire che la Law Society of England and Wales sia contraria all’utilizzo di Bitcoin. Anzi, la risposta di fatto ammette l’utilizzo di BTC per finanziare l’acquisto di immobili, limitandosi a sollevare dubbi sulla provenienza lecita nello specifico di quei fondi.
Visto che tali pareri sono presi in seria considerazione anche da governo e Parlamento britannico, la questione riguardo le problematiche che può dare l’utilizzo di Bitcoin come mezzo di pagamento in UK sembra concentrarsi proprio specificatamente sul loro tracciamento. Oltretutto, tracciare le transazioni on-chain in BTC può essere facilissimo, mentre molto più complicato sarebbe tracciare transazioni in sterline qualora fossero state eseguite in contanti.
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