A partire da settembre 2021 la regolamentazione crypto in giro per il mondo si è evoluta, anche se sono ancora moltissimi i Paesi senza una regolamentazione specifica sulle criptovalute.
Le ultime novità in tema regolamentazione crypto
La dinamica che sta emergendo maggiormente a livello globale non è, a differenza di quanti molti spaventassero, un divieto o una forte restrizione, ma più che altro un innalzamento significativo degli strumenti di controllo.
Solo la Cina, tra i grandi mercati finanziari globali, ha di fatto vietato le criptovalute, sebbene questo divieto risalga in realtà a più di un anno fa. In India ad esempio sembra abbiano rinunciato a cercare di vietarle, scegliendo invece di regolamentarle.
Il punto chiave sembrano essere le misure anti-riciclaggio, anche perché già esistenti.
Infatti non si sta andando verso una regolamentazione specifica delle criptovalute per adeguare l’utilizzo alle norme anti-riciclaggio, ma semplicemente verso un’applicazione al mondo crypto delle stesse regole che valgono per gli altri asset finanziari.
Questo ad esempio ha portato in molte parti del mondo all’obbligo di registrazione per gli exchange crypto, il vero e proprio punto focale su cui i regolatori stanno concentrando la loro attenzione, ed all’obbligo per gli exchange di applicare ai loro clienti le stesse norme che ad esempio sono costrette ad applicare le banche. Quindi, in altre parole, KYC per verificare l’identità di chiunque effettui operazioni, e soprattutto segnalazione alle autorità delle transazioni sospette.
Il caso più clamoroso da questo punto di vista è stato l’arresto nei Paesi Bassi dello sviluppatore di Tornado Cash, accusato proprio di aver creato un software per aggirare le norme antiriciclaggio, ed in particolare quelle che impongono la verifica dell’identità ed il tracciamento delle transazioni.
Sebbene questo non sia stato di per sé un intervento normativo, è perfettamente in linea con l’approccio di obbligare gli intermediari crypto a seguire le stesse regole a cui sono soggetti gli altri operatori finanziari.
Nella UE a giugno è stato approvato il MiCA, ovvero il nuovo quadro normativo sulle criptovalute. Non è detto tuttavia che sia il quadro definitivo, e potrebbe anche subire modifiche o integrazioni in futuro.
Negli USA invece è stato elaborato il Responsible Financial Innovation Act, che tuttavia richiede ancora un po’ di tempo prima di essere approvato in via definitiva. Nel frattempo gli USA stanno approvando altre singole norme sulle criptovalute che rendono il quadro normativo sempre più chiaro.
UE e USA sono attualmente i due ambiti più grandi in cui si stanno facendo passi in avanti significativi per arrivare ad avere un quadro normativo chiaro e completo sulle criptovalute.
Anche in India ci stanno lavorando, sebbene il contesto indiano sia più complicato e sembra rendere più difficile la produzione di leggi chiare a riguardo.
Oltre alla Cina, ha stupito un po’ la scelta normativa della Russia che ha voluto vietare l’utilizzo delle criptovalute per pagamenti interni, forse per impedire loro di fare concorrenza al rublo, mentre invece le ha autorizzate per transazioni estere.
Invece in Giappone e Corea del Sud buona parte del lavoro normativo era già stato fatto durante gli anni scorsi, quindi negli ultimi 12 mesi non è successo molto.
Tuttavia la zona del globo più vivace da questo punto di vista sembra l’America Latina, soprattutto dopo l’entrata in vigore circa un anno fa in El Salvador di Bitcoin come valuta a corso legale. Altri paesi, come Paraguay, Brasile, e soprattutto Messico stanno valutando di aprire le loro economie a Bitcoin per sfruttare i vantaggi.
Un altro contesto in cui si sono fatti passi avanti significativi negli ultimi 12 mesi è l’Africa, anche se un po’ a macchia di leopardo. Ad esempio la Repubblica Centrafricana ha dichiarato Bitcoin valuta a corso legale, ed in Sudafrica le criptovalute si stanno diffondendo in modo significativo.
Il luogo del mondo dove stanno avvenendo le cose più interessanti per il mondo crypto sembrano però essere gli Emirati Arabi Uniti (UAE), ed in particolare Dubai, proprio anche grazie ad una legislazione particolarmente favorevole. Insieme alla Svizzera è l’unico grande paese sviluppato ad aver abbracciato completamente le criptovalute, anche se la normativa Svizzera sembra un po’ più rigida e rigorosa rispetto a quella di Dubai.
La Svizzera comunque ad oggi rimane il singolo Paese al mondo che sembra essere più avanti dal punto di vista normativo per quanto riguarda Bitcoin e le criptovalute, con diverse norme varate già anni fa. Oltretutto la serietà delle norme svizzere in materia è uno dei motivi per cui moltissime aziende crypto hanno scelto il Paese elvetico come luogo ideale per la propria sede principale, anche se ne corso del tempo stanno emergendo molti concorrenti che vorrebbero seguirne l’esempio.
The post Regolamentazione crypto: cosa è successo nell’ultimo anno appeared first on The Cryptonomist.