In questi giorni si è innescato un dibattito sul futuro di Bitcoin, ed in particolare sulla sua caratteristica volatilità.
Bitcoin: dubbi sulla volatilità
Infatti fino ad oggi nel corso degli anni il prezzo di Bitcoin si è rivelato particolarmente volatile.
Escludendo i primi anni, ovvero quelli precedenti il primo halving di fine 2012, l’escursione annuale tra massimi e minimi è stata decisamente elevata.
Ad esempio nel 2013 oscillò tra 13$ e 1.100$, mentre nei tre anni successivi oscillò tra 170$ e 1.000$ circa.
Nel 2017 oscillò tra 750$ e 20.000$, e nei tre anni successivi si mosse in un range compreso tra 3.200$ e 29.000$.
A partire però dalla bullrun del 2021 le cose sembrano essere cambiate, perchè l’oscillazione è stata tra 29.000$ e 69.000$, ovvero di molto inferiore a quella dei due anni precedenti in cui si è verificata una bullrun post halving (2013 e 2017).
Per questo motivo c’è chi sostiene che sul lungo periodo la volatilità del prezzo di Bitcoin in realtà sia destinata inevitabilmente a scemare, mentre altri sostengono che rimarrà elevata. Esiste anche l’ipotesi intermedia in cui si ridurrà mantenendosi però significativa.
Chi sostiene che rimarrà elevata lo fa perché ritiene la volatilità una caratteristica intrinseca del prezzo di Bitcoin, visto che la creazione di nuovi BTC è totalmente inelastica al mercato. Ma la differenza tra una volatilità elevata come in passato, ed una volatilità semplicemente significativa ma non clamorosa, è notevole.
Ad esempio Francesco Simoncelli fa notare che nel corso del tempo anche la volatilità delle monete supportate dall’oro è passata da elevata a moderata.
Ancora sul dibattito Rochard/Weiner su #Bitcoin.
Rochard ha affermato ingenuamente che la volatilità su #BTC rimarrà. Questo non è corretto, perché man mano che gli speculatori verranno sostituiti da imprenditori, essa si attenuerà come già accaduto all’oro in passato. pic.twitter.com/8ILdko3UWg— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) August 17, 2022
Bitcoin viene spesso paragonato all’oro, ed utilizzato come forma di protezione dall’inflazione arbitraria della massa monetaria delle attuali valute fiat, un po’ come l’oro stesso. Quindi se anche i tassi di inflazione delle monete basate sull’oro un tempo erano molto elevati, ma nel corso dei decenni si sono affievoliti molto, allora forse anche per Bitcoin potrebbe valere lo stesso discorso. Oltretutto a partire dal 2021 questa dinamica sembra già essere in atto.
Se veramente Bitcoin fosse destinato a sostituire in parte l’oro sui mercati finanziari, ad esempio come forma di protezione contro le politiche monetarie ultra-espansionistiche delle banche centrali, allora la dinamica che ha visto ridursi in modo drastico nel corso del tempo l’inflazione delle monete auree potrebbe ripetersi anche sul prezzo di Bitcoin, quindi riducendo la volatilità sul medio e lungo periodo.
Va tuttavia ricordato che il successo di BTC sui mercati finanziari si deve proprio e soprattutto alla sua volatilità, che lo rende un asset molto appetibile per scopi speculativi. Tuttavia in futuro gli speculatori potrebbero essere sostituiti dagli investitori a lungo termine, o dagli imprenditori, e questo potrebbe dare a Bitcoin un ruolo nuovo e differente sui mercati finanziari.
Per questo motivo non è affatto da trascurare l’ipotesi intermedia, ovvero di una volatilità destinata a ridursi ma non ad azzerarsi.
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